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20 giugno 2022

Nel sud lo fanno meglio: parola di Raffaella Carrà

Presa dalla febbre Carrà, su YouTube ho trovato una vera chicca: la versione spagnola di "Tanti auguri", quella di "Com'è bello far l'amore da Trieste in giù".

Già il titolo iberico non delude: il generico augurio italico diventa Hay que venir al sur (bisogna venire al sud)… e visto che la canzone è una spinta ad abbandonarsi alle gioie dell’amore, si tratta di un invito decisamente più esplicito alle donne di tutto il mondo e un bello spot per i maschi spagnoli del sud. 

La versione italiana è più politicamente corretta perché non si schiera a favore degli esemplari di una particolare zona d’Italia. È semplicemente un inno all'amore.



Il video, girato in Spagna, si apre su un tipo dal dubbio appeal erotico che, teoricamente, dovrebbe rappresentare lo spagnolo per cui varrebbe la pena andare al sud. 


Anche quando ne compaiono altri due, a me viene solo voglia di rimanere dove sono. 

14 dicembre 2021

Febbre spagnola



Sei a casa con un virus intestinale, l'influenza o una qualche variante di Covid?

Facciamo di necessità virtù. Ecco un post dedicato a uno stato poco interessante.

Per descriverlo, in italiano si dice “sono malata/o” mentre in spagnolo si utilizza l’espressione estoy enferma/o” che suonerebbe decisamente più drammatica. 

Per noi, una persona inferma è vittima di una malattia grave e lunga, non di un malessere passeggero. Se però analizziamo la comune radice latina, dobbiamo arrenderci. 



I termini infermo/a e enfermo/a derivano dal latino INFIRMUS, composto dalla negazione -IN e da FIRMUS che significa “saldo, forte”. Quindi una persona inferma è semplicemente qualcuno che in un dato momento o circostanza non è al massimo delle proprie forze. 

Il vocabolo spagnolo è perfettamente pertinente.

02 giugno 2020

Una mela al giorno leva(va) il medico di torno



C’era una volta l’adagio “Una mela al giorno leva il medico di torno” che in spagnolo non esiste. 

In compenso la mela ritorna nell’espressione estar sano como una manzana (lett. essere sano come una mela) che corrisponde al nostro “esser sano come un pesce”. 

Ma è roba vecchia, è ora di aggiornarsi (ponerse al día). 

Altro che mele! Di recente, le pagine di una nota rivista spagnola al femminile mi hanno informata che il nuovo elisir di lunga - e sana - vita è la BIRRA.

Parola di eminenti istituti di ricerca e università di tutto il mondo (Italia e Spagna comprese).


Ecco le 5 proprietà della cerveza:


1. REDUCE EL RIESGO DE CÁNCER (limita il rischio di tumori) grazie a diversi tipi di flavonoidi presenti nel luppolo. Uno di questi, lo xantumolo, sarebbe in grado di inibire la proliferazione di carcinomi mammari, ovarici e del colon. Però solo alcune birre hanno alti livelli di questa sostanza e si riconoscono dal sapore molto amaro e dalla schiuma persistente, che non si smonta appena la servi nel bicchiere.

2. MANTIENE EL COLESTEROL BAJO CONTROL (tiene sotto controllo il colesterolo)

05 settembre 2019

Gli spagnoli alzano il gomito? Tutta colpa della fonetica



Beati hispani quibus vivere bibere est è una celebre frase di Caius Iulius Caesar (Roma 13 luglio 100 a. C. - Roma 15 marzo 44 a. C.). La traduzione è “Beati gli ispanici per i quali vivere è bere”.

Di primo acchito sembra la descrizione sintetica di una filosofia di vita godereccia o un modo elegante per dare degli avvinazzati ad un popolo. Poi, ad un’analisi più approfondita, ci si accorge che il concetto è più sottile.

Visto che gli spagnoli, già ai tempi dell’impero romano, pronunciavano in modo indistinto le lettere V e B, i verbi latini VIVERE (vivere) e BIBERE (bere) suonavano esattamente identici dalle loro labbra.


Dunque, la singolare battuta di spirito (è proprio il caso di dirlo) è tutta colpa della fonetica che, già a quell’epoca, creava grattacapi agli spagnoli.

19 luglio 2018

La Fiesta di Raffaella Carrà



Fiesta, ¡qué fantástica fantástica esta fiesta!avete presente questo tormentone di Raffaella Carrà, con l’immancabile movimento del capo all’indietro, diventato il suo marchio di fabbrica? Proprio la Raffa nazionale, oggi, mi offre lo spunto per il mio post. 

Tra le varie caratteristiche che noi italiani attribuiamo agli spagnoli, c’è proprio la nomea di festaioli per eccellenza. Li immaginiamo sempre intenti a far baracca, tirando tardissimo la sera, uscendo quando il resto del mondo si accinge a coricarsi.  

Non è proprio così - almeno non sempre - ma un fondo di verità c’è. 

La Spagna è tra i Paesi al mondo con più giorni di vacanze a disposizione dei lavoratori. In totale gli spagnoli possono godere di 36 giorni liberi all’anno, di cui 22 di vacanze pagate e 14 festivi.

Noi italiani abbiamo 20 giorni di vacanze + 11 giornate festive, per un totale di 31. Ben una settimana lavorativa in meno…

Ecco l'ELENCO DELLE GIORNATE FESTIVE SPAGNOLE:

30 maggio 2014

La mamma è sempre la mamma, anche in Spagna



Come non parlare di lei? Con questo post voglio dare il mio contributo per celebrare la fondamentale figura della mamma, con un po' di ironia.


Cominciamo da alcune raccomandazioni tipiche:

- llama cuando llegues (chiama quando arrivi)
- ¡abrigate! (copriti!)
- ¡ponte un suéter! (mettiti un maglione!)
- te vas a caer (così cadi)
- ¡ponte las zapatillas! (mettiti le ciabatte!)





A volte le raccomandazioni si trasformano in ordini:
- primero comes y luego te vas (prima mangi e poi te ne vai)
- cállate y respóndeme (taci e rispondimi)
- ¡no vas! (non ci vai!)
- ¡a tu cuarto! (in camera tua!)


25 gennaio 2014

Verbi spagnoli che semplificano la vita: DEJAR


Anche in spagnolo, come in italiano, ci sono verbi per tutte le stagioni

Imparati quelli, è possibile cavarsela in numerosi contesti, evitando - temporaneamente - di dover memorizzare troppi vocaboli. 

E noi italiani, geneticamente portati a prendere sotto gamba la lingua spagnola, adoriamo i verbi che ci semplificano la vita.

 
Dejar è uno di questi. Significa LASCIARE e può essere usato in sostituzione dei seguenti verbi spagnoli (posti in ordine alfabetico):

20 gennaio 2014

Cucina spagnola: tapas & Co




Parafrasando il celebre spot di un noto spumante italiano, George Clooney potrebbe tranquillamente sentenziare “No tapas no Spagna”. Ed è proprio così. Le tapas sono un elemento tipico della cultura iberica, abitudine irrinunciabile per gli spagnoli, adottata senza sforzo alcuno dagli stranieri.

Per una conferma dal punto di vista linguistico, basta aprire un dizionario:
el tapeo – l’abitudine di andare per tapas
ir de tapas o tapear – andare per tapas
el tapeador – colui che va per tapas

Il tapeo è un’occasione per trascorrere un momento piacevole con gli amici o in coppia, per conversare, ridere, sfogarsi, rilassarsi, godere insieme del cibo e della consumazione ma anche dell’atmosfera del locale. Spesso è anche un modo per conoscere gente nuova e, perché no, per attaccar bottone o, come si dice dalle mie parti, per intortare (ligar).

13 gennaio 2014

A lezione di spagnolo da Laura Pausini


Anni fa, la romagnola Laura Pausini fece una comprensibile gaffe durante un’intervista alla televisione messicana: se ne uscì con un estoy embarazada perché si sentiva imbarazzata, emozionata. 

Purtroppo in spagnolo aveva detto “sono incinta” e già il giornalista si stava crogiolando per aver ottenuto la notizia in anteprima mondiale.



Impariamo la lezione.

Già, perché quando si tratta di spagnolo, noi italiani ci facciamo prendere da un eccessivo ottimismo linguistico… che spesso e volentieri si ritorce contro di noi.

Per evitare di farci notare troppo, vi propongo un piccolo assaggio di falsi amici (falsos amigos) iniziando da un classico:

06 gennaio 2014

Epifania e gastronomia in Spagna


Il 5 gennaio, in Spagna, iniziano i festeggiamenti per l’arrivo dei Re Magi. È il giorno in cui ci sono le tradizionali sfilate per le vie delle città, con la distribuzione di caramelle e dolcetti ai bambini. Ed è anche il giorno del Roscón de Reyes, il dolce tipico di questa ricorrenza.

È una sorta di ciambella soffice decorata con frutta secca e canditi che rappresentano le pietre preziose che adornano i mantelli dei Re Magi.

Il Roscón si mangia con la curiosità di trovare la sorpresa che nasconde al suo interno

30 dicembre 2013

Antonio Banderas: l'ex gallo del pollaio


Avete visto lo spot natalizio del mugnaio Banderas? Preda di un dubbio amletico, chiede aiuto alla gallina Rosita: “Secondo te cosa preferisce Babbo Natale? Abbracci, Macine o Tarallucci?”.

In perfetto gallinese, la fida Rosita risponde qualcosa che dovrebbe significare “Non saprei” e così Antonio conclude “Allora lasciamoli tutti”. L’inquadratura finale è dedicata ai tre biscotti sistemati su un piattino.

Un bel quadretto, non c’è che dire ma mi assale una certa nostalgia. Il Banderas versione mugnaio mi sta un po’ stretto: troppo burroso, troppo casalingo, troppo rassicurante.

Tolto il mantello sfoggiato nella Maschera di Zorro, ora indossa fiero il grembiule bianco da panettiere.

26 dicembre 2013

Le parole del Natale in Spagna


Ecco un piccolo glossario ispirato al tiempo de Navidad:

Árbol de Navidad
È l’albero di Natale che si adorna con palline (bolas), stelle (estrellas) e decori di vario tipo.

Belén
Liberate la mente dal pensiero della sinuosa argentina che da qualche anno imperversa nella nostra tv e fa la felicità delle riviste di gossip. Belén è sì un nome di donna ma è anche il presepe. 

Il minimo sindacale prevede la presenza di San José, María e il bambino Gesù (el niño Jesús). 

Per arricchire la scena si possono aggiungere i pastori e le pecore (los pastores y las ovejas), gli angeli (los ángeles), il bue e l’asinello (el buey y la mula), la stella cometa (la estrella cometa), i Re Magi (los Reyes Magos), elementi naturali vari, ecc.



22 dicembre 2013

Lotteria, vera passione spagnola!


Quale giorno migliore per inaugurare il mio blog?

Oggi è il fatidico 22 dicembre, quando tutta la Spagna ogni anno sogna di vincere alla Lotteria (soñar con ganar la lotería o soñar que te toque la lotería).

È di scena el sorteo extraordinario de Navidad (l’estrazione straordinaria di Natale), inaugurato il 18 dicembre 1812 e mai sospeso nemmeno durante la guerra civile. È una vera passione nazionale che non fa distinzione di età, genere o condizione sociale.


Mentre faccio colazione, accendo la tv e mi collego al Canal 24 horas che non delude le aspettative: ogni tre per due si parla dell’estrazione, si fanno collegamenti dal Teatro Real di Madrid (dove, per il secondo anno consecutivo, si svolge l’evento), si intervistano i presenti pieni di ilusión e gli emozionati genitori dei bambini selezionati per estrarre numeri e premi.

Come tradizione, il compito spetta ai bambini del colegio de San Ildefonso di Madrid che, a coppie, estraggono contemporaneamente da due urne (bombos) numero e premio corrispondente e li annunciano cantando. Per tutta la mattina, televisione e radio seguono in diretta l’operazione. Ascoltarli, per i primi due minuti, fa folclore poi diventa una reale prova di sopportazione. 

Alle 9,15 circa inizia il rito.