Ho appena comprato casa. Dalle mie parti si dice
che chi compra casa finisce anche per cambiare la macchina.
Sinceramente non
so. L’idea di separarmi dalla mia Punto rossa (da sempre il mio Ferrarino) mi
lascia perplessa.
Nel frattempo approfitto per parlare di Spagna e auto.
Per noi italiani, e non solo per noi, la macchina è
indubbiamente femmina. Nella storia delle quattro ruote, sono stati diversi i
modelli ai quali è stato attribuito un nome di donna: Giulietta, Giulia,
Aurelia, Flaminia, Flavia, Fulvia, Clio, Fabia, Octavia, Dyane, Zoe, Elise.
Ma gli spagnoli sono di un’altra parrocchia. Per loro, la macchina è el coche … e confesso che non riesco ad abituarmi quando mi sento dire che ho un Punto.
Mentre il nome Punto ha portato fortuna alla creazione di casa
Fiat in terra tedesca (in Germania Punto è il nome del simpatico cane Pluto) il
modello Ritmo
ha dovuto essere sostituito nei paesi anglofoni e in Brasile: lì rhythm e ritmo
significano entrambi “ciclo mestruale” (decisamente l’auto è femmina!).
Si sa che ogni lingua e le relative traduzioni
possono dare adito a equivoci di ogni sorta e il settore automobilistico non fa
eccezione.
La Mazda
LaPuta si è ispirata all’isola immaginaria descritta da Jonathan
Swift nel suo “I viaggi di Gulliver” ma purtroppo in Spagna questa nobile citazione
letteraria è passata pressoché inosservata visto che da quelle parti la puta
significa "la prostituta".
La Nissan Moco non è stata
commercializzata con questo nome nei paesi di lingua spagnola dove significa “moccolo”
(la candela al naso).
La General Motors ha registrato un famoso fiasco
nel tentativo di vendere la Chevrolet NOVA in centro America e
America del Sud. No va in spagnolo significa "Non va", di
certo non un perfetto biglietto da visita per un automobilista desideroso di
acquistare un nuovo mezzo.
Nel 1996, la FIAT lancia
sul mercato la Marea
che purtroppo in spagnolo significa “dà la nausea” (verbo marear). La
Marea si è marcata da sola!
Scivolone vintage anche per la Lancia Marica (in spagnolo “omosessuale”), modello fine anni ’60, mentre i giapponesi di
Mitsubishi si sono imbattuti in una clamorosa gaffe.
Il fuoristrada Pajero ha preso il nome dal felino Leopardus Pajero. Ottima scelta per
rappresentarne l’agilità e la versatilità sui terreni impervi… ma la loro 4×4 si
è impantanata nei paesi di lingua spagnola, dove i machos amanti dell’avventura non potevano accostare il
loro stile di guida al termine “pajero”, con cui si apostrofa chi ricorre
spesso e volentieri alla masturbazione.
Ribattezzato Montero (cacciatore)… è stato subito un successo.
Ultima curiosità: anche in spagnolo esiste il detto
(refrán) mujer al volante, peligro constante (donna al volante,
pericolo costante) nonostante le statistiche di settore lo smentiscano, mentre
non c’è traccia alcuna di “Donne e motori, gioie e dolori”… e poco male!
Tornando al mio cuore, forse l’unica macchina in
grado di non farmi rimpiangere la mia Punto sarebbe la mitica 500 anni ‘60-‘70.
Ogni volta che la vedo sono farfalle nello stomaco (mariposas en el estomago).