Giustizia è fatta. Finalmente. Con un secco 2-0, la nostra nazionale ha interrotto il percorso della Spagna agli Europei 2016 (Eurocopa 2016).
Lunedì 27 giugno 2016 è stato il giorno della nostra revancha (rivincita), dopo le sonore batoste che gli iberici ci hanno inflitto nelle due precedenti edizioni.
Alle
18 di lunedì mi sono accomodata in poltrona senza troppe speranze, devo
ammetterlo. Gli Azzurri non hanno quasi mai un gioco entusiasmante ed io ero
reduce da Ungheria-Belgio, in cui avevo ammirato in entrambi i contendenti lo
slancio e la voglia di lottare fino all’ultimo secondo.
Col
passare dei minuti, la scarsa fiducia ha iniziato a trasformarsi in timida
speranza, sempre però col freno a mano tirato… non si sa mai. Dopo il gol di
Chiellini, ho iniziato a crederci e in cuor mio speravo che i nostri non si
chiudessero in difesa ma puntassero alla seconda e magari anche alla terza
rete. Quando mi sono resa conto che la superiorità italica era netta, mi sono lasciata andare e mi sentivo il dodicesimo
calciatore in campo.
Capivo
lo stato d’animo di Conte, tarantolato dall’inizio alla fine, in netto
contrasto con il serafico Del Bosque
che forse stava già sentendo bruciare la panchina sotto le natiche.
Al
gol di Pellè ho dato libero sfogo alla mia gioia, alla faccia del difensore
spagnolo Juanfran che
ci dava già per spacciati col suo commento "Espero ganar a Italia sin tener que llegar a los penaltis"
(spero di battere l’Italia senza dover arrivare ai rigori).
Niente
a che vedere coi vecchi ricordi.
Giugno 2008.
La Roja (La Rossa), ora ribattezzata
da Mundo Deportivo La Floja (La floscia), è in semifinale con l’Italia agli Europei. Il caso
vuole che in quei giorni mi trovi in Spagna, nella tana del nemico e devo
ammettere che questo pensiero mi fa provare una soddisfazione fino a quel
momento sconosciuta.
Il
clima è teso, da finale. La Spagna non vince una competizione internazionale
dal lontano 1964. L’opinione pubblica freme. TV e carta stampata sono impegnate
in una spietata campagna contro la nazionale italiana, accusata di cattivo
gioco e di essere troppo spesso assistita dalla dea bendata e da sviste
arbitrali. Al grido di ¡podemos! (ce la possiamo fare!) si incita
l’orgoglio spagnolo mentre io, sotto sotto, spero che il culo italiano mieta
ancora una vittima.
Purtroppo, il giorno fatidico, la Spagna ci batte ai rigori
e vola a Vienna a conquistarsi la finale di misura sulla Germania. Eurocoppa
numero uno.
Ai
mondiali 2010 in
Sud Africa gli spagnoli vincono con merito, coronano un sogno storico e,
comprensibilmente, arrivano carichi a molla agli Europei del 2012.
Il
nostro primo confronto è proprio con loro. Ci brucia ancora la sconfitta ai
rigori nella semifinale di quattro anni prima ma prevale un certo ottimismo.
I
nostri avversari sono tesi: l’Italia (la Azzurra) è la compagine che ha
sempre dato loro le maggiori gatte da pelare. I più temuti tra i nostri sono
Cassano, Balotelli e Pirlo, definito el arquitecto (l’architetto) dal
quotidiano ABC.
Ci
siamo. Il 10 giugno, a Danzica, inizia el
partidazo (il partitone). Nonostante al 7' minuto Beppe Dossena si lasci
scappare un “Non ce n’è, siamo perfetti” che scatena l’istinto a fare tutti gli
scongiuri del caso, gli undici di Prandelli convincono davvero e mettono in
seria difficoltà gli avversari. La partita si sblocca e si risolve nel secondo
tempo con un gol di Di Natale al 59', seguito a ruota da quello di Fábregas. Suona profetico il pronostico
della vigilia di ABC: huele a
empate a uno (c’è nell’aria un pareggio 1-1).
La
finale del primo luglio ripropone il confronto Italia-Spagna; la buona prova
degli azzurri nell’incontro d’esordio fa sperare e sognare, ancor più dopo la
vittoria in semifinale su una Germania ormai incredula dinanzi alla bestia nera
di sempre.
Ma
è stato evidente che avevamo esaurito le nostre cartucce con i tedeschi perché
in finale si è vista solamente una squadra, e non eravamo noi. Eurocoppa numero
due per la Spagna.
Quest’anno,
invece, non abbiamo deluso: abbiamo evitato el triplete (la tripletta), siamo tornati a battere la Spagna in una
partita ufficiale dopo oltre 20 anni e, come ha twittato un tifoso azzurro, “Ci
siamo finalmente vendicati di tutti i tormentoni spagnoli che siamo costretti a
sentire ogni anno”.
Grande soddisfazione!!!!