29 giugno 2016

Rivincita


Giustizia è fatta. Finalmente. Con un secco 2-0, la nostra nazionale ha interrotto il percorso della Spagna agli Europei 2016 (Eurocopa 2016). 

Lunedì 27 giugno 2016 è stato il giorno della nostra revancha (rivincita), dopo le sonore batoste che gli iberici ci hanno inflitto nelle due precedenti edizioni.

Alle 18 di lunedì mi sono accomodata in poltrona senza troppe speranze, devo ammetterlo. Gli Azzurri non hanno quasi mai un gioco entusiasmante ed io ero reduce da Ungheria-Belgio, in cui avevo ammirato in entrambi i contendenti lo slancio e la voglia di lottare fino all’ultimo secondo.

Col passare dei minuti, la scarsa fiducia ha iniziato a trasformarsi in timida speranza, sempre però col freno a mano tirato… non si sa mai. Dopo il gol di Chiellini, ho iniziato a crederci e in cuor mio speravo che i nostri non si chiudessero in difesa ma puntassero alla seconda e magari anche alla terza rete. Quando mi sono resa conto che la superiorità italica era netta, mi sono lasciata andare e mi sentivo il dodicesimo calciatore in campo.

Capivo lo stato d’animo di Conte, tarantolato dall’inizio alla fine, in netto contrasto con il serafico Del Bosque che forse stava già sentendo bruciare la panchina sotto le natiche.

Al gol di Pellè ho dato libero sfogo alla mia gioia, alla faccia del difensore spagnolo Juanfran che ci dava già per spacciati col suo commento "Espero ganar a Italia sin tener que llegar a los penaltis" (spero di battere l’Italia senza dover arrivare ai rigori).

Niente a che vedere coi vecchi ricordi. 

Giugno 2008.  
La Roja (La Rossa), ora ribattezzata da Mundo Deportivo La Floja (La floscia), è in semifinale con l’Italia agli Europei. Il caso vuole che in quei giorni mi trovi in Spagna, nella tana del nemico e devo ammettere che questo pensiero mi fa provare una soddisfazione fino a quel momento sconosciuta. 

Il clima è teso, da finale. La Spagna non vince una competizione internazionale dal lontano 1964. L’opinione pubblica freme. TV e carta stampata sono impegnate in una spietata campagna contro la nazionale italiana, accusata di cattivo gioco e di essere troppo spesso assistita dalla dea bendata e da sviste arbitrali. Al grido di ¡podemos! (ce la possiamo fare!) si incita l’orgoglio spagnolo mentre io, sotto sotto, spero che il culo italiano mieta ancora una vittima

Purtroppo, il giorno fatidico, la Spagna ci batte ai rigori e vola a Vienna a conquistarsi la finale di misura sulla Germania. Eurocoppa numero uno.
 
Ai mondiali 2010 in Sud Africa gli spagnoli vincono con merito, coronano un sogno storico e, comprensibilmente, arrivano carichi a molla agli Europei del 2012.

Il nostro primo confronto è proprio con loro. Ci brucia ancora la sconfitta ai rigori nella semifinale di quattro anni prima ma prevale un certo ottimismo.
I nostri avversari sono tesi: l’Italia (la Azzurra) è la compagine che ha sempre dato loro le maggiori gatte da pelare. I più temuti tra i nostri sono Cassano, Balotelli e Pirlo, definito el arquitecto (l’architetto) dal quotidiano ABC.

Ci siamo. Il 10 giugno, a Danzica, inizia el partidazo (il partitone). Nonostante al 7' minuto Beppe Dossena si lasci scappare un “Non ce n’è, siamo perfetti” che scatena l’istinto a fare tutti gli scongiuri del caso, gli undici di Prandelli convincono davvero e mettono in seria difficoltà gli avversari. La partita si sblocca e si risolve nel secondo tempo con un gol di Di Natale al 59', seguito a ruota da quello di Fábregas. Suona profetico il pronostico della vigilia di ABC: huele a empate a uno (c’è nell’aria un pareggio 1-1).

La finale del primo luglio ripropone il confronto Italia-Spagna; la buona prova degli azzurri nell’incontro d’esordio fa sperare e sognare, ancor più dopo la vittoria in semifinale su una Germania ormai incredula dinanzi alla bestia nera di sempre.

Ma è stato evidente che avevamo esaurito le nostre cartucce con i tedeschi perché in finale si è vista solamente una squadra, e non eravamo noi. Eurocoppa numero due per la Spagna.

Quest’anno, invece, non abbiamo deluso: abbiamo evitato el triplete (la tripletta), siamo tornati a battere la Spagna in una partita ufficiale dopo oltre 20 anni e, come ha twittato un tifoso azzurro, “Ci siamo finalmente vendicati di tutti i tormentoni spagnoli che siamo costretti a sentire ogni anno”.   

Grande soddisfazione!!!!