15 febbraio 2015

Una V-lover un po' stagionata



Avete presente Violetta (titolo originale Violeta)? È una serie tv argentina che racconta le vicende di un gruppo di ragazzi che frequentano uno studio musicale. Tra composizione di nuovi brani, prove ed esibizioni, si intrecciano storie d’amore, amicizia, rivalità, gelosie. 

Si tratta dell’ennesimo prodotto di successo Disney che da un paio d’anni sta spopolando anche qua in Italia. La Violetta mania ha contagiato orde di bambine - prevalentemente tra i 6 e i 14 anni - che si aggirano indossando magliette, zaini, felpe e borsette che gridano a tutti la loro passione.

Considerato che sono decisamente fuori target, cosa c’entro io con Violetta? Il fatto è che vivo con una V-lover di quasi undici anni. Lentamente mia figlia mi ha introdotto in questo mondo. Diciamo che inizialmente sopportavo paziente, approfittando dei 50 minuti di visione quotidiana per occuparmi di qualche faccenda casalinga o leggere un libro. Poi, piano piano, ho iniziato a conoscere i personaggi, seguire le loro vicende, ascoltare le loro canzoni… mio malgrado è diventato un appuntamento fisso, ogni sera alla stessa ora.

Mi ha soccorso la mia natura ottimista, mostrandomi il lato positivo della faccenda: Violetta poteva essere un modo per condividere qualcosa con mia figlia, per affrontare le prime domande sui batticuori ma anche per migliorare la mia conoscenza della lingua spagnola. Ed è stato così che ho iniziato ad ascoltare con attenzione i testi delle canzoni alla ricerca di parole ed espressioni nuove e facendo attenzione alle differenze di pronuncia tra Spagna e Argentina. 

Alla fine le ho imparate a memoria e mi piacciono pure.

Alla domanda “Mamma, andiamo a Buenos Aires a vedere un concerto di Violetta?” ho capito che le cose iniziavano a farsi più serie. 

Per il momento abbiamo ripiegato su Bologna, approfittando di una delle tappe del tour internazionale del cast.

Il gran giorno è stato domenica 1 febbraio 2015. Per mantenere un certo tono, ho evitato di comprare una bandana di Violetta anche per me. Ma una volta dentro il palazzetto, ho cantato a squarciagola per tutto il concerto, incurante del fatto di essere l’unica adulta ad aprir bocca a vista d’occhio e nonostante, a più riprese, una V-lover di circa 8 anni mi abbia guardato della serie “E questa vecchietta come fa a sapere tutte le canzoni?”.

Nei testi si trovano alcune delle questioni esistenziali che toccano la vita di ognuno di noi:

Filosofia di vita
vivir el presente, querer es poder (vivere il presente, volere è potere)
intentar es mejor que nada (tentare è meglio che niente)

Autostima e consapevolezza di sé
soy diferente, única (sono diversa, unica)
no hay nada que no puedas conseguir, si vuelas alto (non c’è nulla che tu non possa ottenere, se voli alto)

Amore
esta vida no es vida sin ti (questa vita non è vita senza te)
el sentimiento es una luz que no puedes apagar (il sentimento è una luce che non puoi spegnere)

Amicizia
siempre en tu vida, cuenta conmigo, amiga (sempre nella tua vita, conta su di me, amica)

Un’ora e quaranta è letteralmente volata e sentire la facilità con cui mia figlia canta in spagnolo è un vero piacere. 

Avrei voluto ascoltare altri pezzi, ma la pioggia di cuoricini di carta viola scesi dal soffitto del palazzetto hanno messo la parola fine alla serata di una V-lover stagionata.