24 febbraio 2015

50 sfumature di Gere, Rourke e Martínez



Avevo in mente una piacevole serata al cinema con alcuni amici.

Ci voleva un film (película) adatto a farsi quattro risate così ho proposto “Cinquanta sfumature di grigio”, in spagnolo Cincuenta sombras de Grey (cinquanta ombre di Grey). 

Avevo letto talmente tante stroncature che non poteva deludere. E così è stato.

Per i pochi che ancora non lo sapessero, il film è tratto dal primo romanzo (novela) della trilogia di E. L. James, una scrittrice inglese che racconta dell’incontro fatale tra il giovane miliardario Christian Grey e Anastasia Steele, ingenua laureanda in letteratura inglese. 

Teoricamente anche il film avrebbe dovuto descrivere il vortice di passione e perversione nel quale Anastasia viene trascinata dal misterioso Christian, con scene erotiche molto esplicite e di ispirazione sadomaso.

Ma vediamo com'è andata.

Già il film si apre con una citazione maldestra: inquadratura sulla cabina armadio di lui, chaquetas (giacche) rigorosamente grigie e camisas (camicie) bianche impeccabili; da un cassetto spunta una collezione di corbatas (cravatte) grigie pure queste. 

La mia mente - e non solo la mia - inevitabilmente va ad American Gigolo e già iniziano le prime farfalle nello stomaco. Poi però inquadrano il protagonista e le farfalle spariscono di colpo. E questo dovrebbe essere colui che travia la tipa? Sì, è belloccio ma non abbastanza e, soprattutto, ha uno sguardo anonimo e un’espressione priva di personalità. Richard Gere dove sei?

Tanto per peggiorare le cose, pochi minuti dopo compaiono altre due figure maschili al cui confronto Christian Grey
non regge proprio: molto meglio il collega della ferramenta dove lavora lei in attesa della laurea ed anche il fratello di lui che abborda la (fortunata) coinquilina di lei. Ma chi avrà composto il cast? Forse devo solo avere pazienza, magari le cose migliorano.

Christian e Anastasia si incontrano per caso nel lussuoso ufficio di lui, complice un’intervista (entrevista) che lei accetta di fargli per conto dell’amica indisposta. Dopo il primo incrocio di sguardi, a parte l’impatto fisico, 

APPARENTEMENTE lui la conquista così:
-         interessandosi a lei (ad un certo punto dell’intervista lui la interrompe e le dice “Parlami di te”);
-         regalandole libri preziosi (per farle capire che è attento ai dettagli);
-         suscitando il suo spirito da crocerossina (durante il discorso che pronuncia alla cerimonia di laurea di lei, rivela pubblicamente di aver sofferto la fame da piccolo).

Ho scritto APPARENTEMENTE perché in realtà, dal primo istante in cui lei mette piede nel suo ufficio, si capisce lontano un miglio che gliela vuole dare per cui… che gusto c’è? Lui poteva risparmiarsi ulteriori tattiche e passare subito ai fatti. 

Va be’, l’ha voluta prendere alla larga, finendo poi per esagerare con regali e attenzioni: un laptop non richiesto, un autista a disposizione ma spesso tra i piedi, una visita inopportuna proprio quando lei decide di andare a trovare la madre che vive lontano, un’auto nuova fiammante. Ma cavolo! Cos’aveva di tanto male il maggiolone vintage di lei? 

Se il signor Grey avesse venduto la mia Punto rossa senza il mio permesso, sarei andata su tutte le furie e sarebbe finito lui legato, ma non nella stanza dei giochi (come chiama lui l’alcova sadomaso) bensì al soffitto della cucina di una vecchia cascina romagnola, insieme a salami e cotechini, a pane e acqua e, naturalmente, in astinenza sessuale.

Ma Anastasia no. Invece di rinsavire e fare un salto dal collega della ferramenta, incassa placidamente. È cotta fino al midollo. Già si sta calando nel ruolo di sottomessa che il dominatore Christian le vuole appioppare, per giunta con regolare contratto di lavoro. Ma cos’ha lei di così speciale?

Circondato da strafighe perfettamente acconciate, truccate e vestite, lui decide che è tempo di cambiare genere e provare l’ebbrezza del brutto anatroccolo (patito feo): Anastasia è vestita in modo dozzinale, ha i capelli acconciati dalle lenzuola del letto, un filo di trucco, è imbranata al punto giusto (appena arriva nell’ufficio di lui inciampa malamente e cade a terra). 

Quando le cose si fanno più intime la vediamo indossare biancheria da brava ragazza e, addirittura, sfoderare una depilazione super approssimativa, rischiando di scatenare una rivoluzione copernicana per i nostri tempi tricofobici.

Insomma, è un campo incontaminato da traviare; peccato che lui non ne abbia la stoffa e risulti abbastanza goffo e poco credibile nelle sequenze di sesso, nonostante lei cerchi di incoraggiarlo emettendo gemiti esagerati ad ogni minimo sfioramento… della serie TI DO FIDUCIA.

La scena originale di 9 settimane e mezzo
Alla scena di lui che prende un ghiacciolo in bocca e lo passa su quella di lei per poi scendere ai capezzoli e oltre, mi esaspero. Passi per la citazione iniziale di American Gigolo ma ora stiamo esagerando. Il ghiacciolo è roba vecchia. Mickey Rourke ci ha già fatto sognare a sufficienza in 9 settimane e mezzo (nueve semanas y media). Ed era il 1986. Non è il caso di rovinare un così bel ricordo. Dove sei Mickey?

Per cercare di riscattarsi, gli viene un’altra idea: legare i polsi di lei con una delle sue costose cravatte. Dai, anche questa è la scoperta dell’acqua calda, comunque rimango a guardare in attesa di possibili sviluppi interessanti. Lei, come di consueto, si scioglie in brodo di giuggiole mentre lui fa il figo e il super navigato. Peccato che l’arrivo inatteso della madre lo trasformi istantaneamente in un bambino beccato con le mani nella marmellata. 

È stato molto divertente. Avrebbe potuto smarcarsi in un modo elegante, dando ad intendere che la festa non era finita ma solo rimandata e invece… ha scelto di fare la figura dello sfigato. Christian, Christian, non ce la puoi proprio fare.

In sintesi, di veramente erotico non c’è stato quasi nulla. In compenso le situazioni ridicole si sono
moltiplicate e la platea, noi compresi, l’ha sottolineato a più riprese con sonore risate e commenti ad alta voce. Le tante fan del libro sono uscite dalla sala inebetite e col dente parecchio avvelenato.

Io non ho letto il libro e l’ho fatto volutamente. L’unico romanzo erotico che abbia mai letto in vita mia è stato Le età di Lulù (Las edades de Lulú) opera prima della scrittrice spagnola Almudena Grandes. È uscito nel 1989 e ha vinto il concorso di letteratura erotica La sonrisa vertical (il sorriso verticale). Come accade per un grande amore, dopo Las edades de Lulú per me non cresce più l’erba. Il protagonista Pablo Martínez è il mio sogno proibito da quando avevo 18 anni.

Grazie a Christian Grey, ho rivisto tutte le sfumature di Gere, Rourke e Martínez.