22 dicembre 2014

Buon compleanno



Oggi in Spagna è il tanto atteso giorno della Lotería de Navidad in cui si spera di trasformare in sogno il proprio investimento in denaro. E proprio oggi il mio blog compie un anno.

Per fortuna i sogni (quelli veri) si costruiscono ancora con l’impegno, la costanza e la fatica, nessuno ti regala niente. Questo blog è un piccolo sogno che si è avverato grazie all’incontro luminoso con la lingua spagnola in una fase buia della mia vita.

Festeggio questo primo compleanno raccontandovi un altro sogno realizzato grazie alla lingua spagnola.

Nell’autunno del 2012 mi sono lanciata nell’impresa di insegnare spagnolo a titolo volontario ai bambini della scuola elementare del mio paesino. Tre classi hanno raccolto la sfida e questo è il terzo anno consecutivo che mi sopportano.

Dico la verità: mi sarei accontentata di far capire che per parlare spagnolo non basta aggiungere una S alle parole italiane; che italiano e spagnolo sono lingue simili ma non così simili come si pensa; che lo spagnolo ci riserva tanti trabocchetti e che conoscerli è utile per evitare equivoci (ad es. primo significa cugino e caldo è il brodo).

Invece ogni incontro mi ha riservato bellissime sorprese: trovarmi davanti tanti piccoli occhi che brillano, l’entusiasmo che si traduce anche in fatica a rimanere composti nei banchi, le domande che arrivano spontanee e numerose, i bambini che mi aspettano con ansia e si preoccupano al pensiero che potrei tardare o non arrivare affatto, la curiosità di scoprire il menu del giorno. Poi vederli prolungare la lezione mentre sono in fila per uscire da scuola, o incrociarne uno per strada e sentirsi salutare con hola, incontrare genitori che mi confessano di imparare nuovi vocaboli dai loro figli, vedere molte faccine dispiaciute l’ultimo giorno insieme.

Ed io? Aspettare ogni incontro con un misto di farfalle nello stomaco e adrenalina, uscire dal lavoro e correre a scuola con il desiderio di non deludere i miei piccoli grandi discenti. In una parola, EMOZIONI (emociones).

Ringrazio l’Istituto Comprensivo di Modigliana, la dirigente scolastica e le maestre per avermi dato
la possibilità di viverle queste emozioni. E ringrazio in primis i miei bambini che, ogni volta, mi hanno permesso di imparare qualcosa. Perché insegnare non significa semplicemente trasferire delle conoscenze ma scambiarle, è un dare e ricevere, è essere flessibili e aperti a cambiare opinione, metodo e programma a seconda di chi ti trovi davanti. E soprattutto può e dovrebbe essere anche divertente.

Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer dice che “Ogni bambino che nasce è in qualche misura un genio, così come un genio resta in qualche modo un bambino”. E la genialità, secondo me, consiste anche nella capacità di meravigliarsi delle cose, di saper cogliere la bellezza nella quotidianità, di guardare il mondo con gli occhi curiosi di un bambino, come se ogni giorno fosse sempre il primo.

Grazie ad un piccolo corso di lingua spagnola, io vado a scuola di meraviglia. Nessuna lotteria potrebbe regalarmi qualcosa di simile.

Os deseo que deis y recibáis emociones (vi auguro di dare e ricevere emozioni). Felices fiestas.