13 novembre 2014

Niente inglese, siamo spagnoli



Noi italiani assorbiamo come spugne vocaboli provenienti dal mondo anglofono. Li utilizziamo quotidianamente, a volte senza rendercene conto e spesso a sproposito, come quando diciamo footing invece di jogging o chiamiamo un certo tipo di valigia trolley, che in realtà sarebbe il carrello da supermercato. 

Probabilmente, usare un termine inglese ogni tanto ci fa sentire più moderni… o più fighi!

Gli spagnoli, al contrario, mostrano un atteggiamento nazionalistico, alla francese. 

Per loro lo shampoo è el champúi jeans sono los vaqueros e andare a fare shopping è ir de compras. Quando vanno al cinema non guardano un film ma una película e non mangiano pop corn ma las palomitas.
Anche se vanno al McDonald's, non ordinano un hamburger ma una hamburguesa e, se hanno voglia di un hot dog, chiedono un perrito caliente (che significa cagnolino caldo).

In aereo sono assistiti da una azafata non da un’hostess, per loro il finger è la pasarela, l’overbooking è la sobreventa e il jet-lag el desfase horario.

Ascoltando Los cuarenta principales, una delle radio spagnole di maggior successo, mi sono fatta una cultura di termini musicali: una band è una banda, una compilation è el recopilatorio, un mix è una mezcla e il tour è la gira.

Siamo convinti che almeno il linguaggio informatico sia universale? 

Anche qui gli spagnoli ci sorprendono. Il computer si chiama ordenador, il desktop escritorio, il mouse ratón, il file archivo e il backup copia de seguridad. 

A noi sembrano strani ma anche loro ci considerano un po’ snob perché intercaliamo spesso con okay (loro dicono sempre vale).

Estremo protezionismo linguistico da un lato e allegra apertura dall’altro. Visto che la saggezza classica ci ricorda che “in medio stat virtus”, gli spagnoli potrebbero servirsi di tanto in tanto di qualche termine inglese di largo uso. 

Di certo potrebbe semplificare la conversazione con persone di altri Paesi e direi che non sminuirebbe affatto la loro lingua.

Per quanto riguarda noi italiani, spesso sarebbe preferibile riscoprire la bellezza e la ricchezza dei termini nostrani, soprattutto quando l’utilizzo portato agli estremi dell’inglese rischia di renderci ridicoli. 

Se vi è capitato di lasciarvi sfuggire qualcosa come brieffare, downloadare, forwardare o altri mostri linguistici, io ci farei un serio pensierino.