A fine settembre 2013, in Spagna, è stato approvato un rapporto che propone al governo una vera e propria rivoluzione: mollare il fuso orario (huso horario) attualmente in vigore e tornare a quello che si usava fino al 1942.
Da oltre 70 anni la Spagna ha lo stesso fuso orario di Francia, Germania e Italia (fuso dell’Europa Centrale) anche se in realtà il suo fuso di competenza è quello di Inghilterra e Portogallo (fuso dell’Europa Occidentale).
Tutta colpa
del dittatore Francisco Franco che, nel maggio del 1942, decise di
cambiare il fuso spagnolo per compiacere il collega Adolf Hitler.
Da allora, gli
spagnoli vivono con un jet-lag permanente: vanno un’ora avanti rispetto al
tempo solare in autunno-inverno e ben due in primavera-estate quando è in
vigore l’ora legale.
Risultato?
Giornate più lunghe del dovuto, durata del sonno (notturno) inferiore a quanto
raccomandato dall’OMS e… costumi diversissimi dal resto degli europei:
·
si mangia tardissimo (pranzo alla
14-15, cena alle 21-22)
·
gli studenti vanno a scuola alle 9
·
la mattina lavorativa si chiude di
solito alle 14, mentre il pomeriggio alle 20
· la siesta pomeridiana è una
sorta di istituzione, possibile anche per la lunga pausa pranzo (in media 2
ore) che divide in due la giornata di lavoro
·
il telegiornale statale comincia
alle 15
·
il prime time televisivo si
allarga fino alla 23,30
·
la merenda si fa alle 19
·
i negozi chiudono i battenti alle
21 (i centri commerciali alle 22)
·
nei giorni feriali si va a dormire
verso mezzanotte
·
i locali aprono all’una di
notte
Quando nel 2009, a Palencia, mi hanno
portato a cena alle 23 non sapevo se ridere o piangere.
Di fronte a
frittura di pesce e ogni ben di Dio (che ho totalmente rimosso) mi sentivo
smarrita. Il mio stomaco al massimo avrebbe gradito un tè con biscotti e il mio
corpo era già virtualmente sdraiato a letto.
Non ero programmata per cenare di
brutto!
Ho pensato che in
Spagna fossero un po’ strani, per lo meno nell’organizzazione degli orari. Ora
capisco che tale stranezza è anche frutto di una curiosa - e infausta - circostanza storica e che, non
favorisce affatto gli spagnoli.
Tutt’altro: escono dal lavoro due ore più tardi
rispetto agli altri europei e ciò limita la loro disponibilità di tempo libero
(tiempo libre). Gli orari dei pasti non coincidono con l’orologio
biologico, determinato dai cicli di luce ed oscurità naturali.
Se poi
aggiungiamo che dormono anche un’ora in meno, si spiegano stanchezza (cansancio),
stress (estrés), minor produttività lavorativa e minor rendimento
scolastico rilevati da vari studi.
Ora sembra ci sia la volontà di cambiare, riportando le lancette un’ora indietro, al fuso originale.
Mai più fusi per colpa del fuso! Nunca más.